Verstappen

Il finale del mondiale di Formula 1 non potrebbe essere più infuocato. A far discutere resta il comportamento di Max Verstappen durante il Gran Premio del Messico, dove la sua condotta di gara nel duello contro Norris gli è costata non solo i 20 secondi di penalità che lo hanno tagliato fuori dal podio, ma anche due punti di penalità sulla superlicenza, la “patente” necessaria per correre in Formula 1.

Al momento, su 12, al pilota olandese ne sono rimasti solamente 6: non sono pochi ma nemmeno tanti, anche alla luce di un Verstappen che, a Città del Messico, ha palesemente perso lucidità agonistica quando è diventata più forte la pressione di Lando Norris.

La situazione della superlicenza e le penalità recenti

Ora il campione olandese cammina su un filo sottile, rischiando una squalifica. Se infatti i punti dovessero arrivare a zero, per Verstappen scatterebbe il race ban, vale a dire l’esclusione dalla gara successiva. E di certo il pilota della Red Bull che da qui a fine stagione deve conservare quanto più possibile dei punti di vantaggio da Lando Norris, non può permettersi di non prendere parte a un Gran Premio.

Un’esclusione proprio nelle battute finali della stagione potrebbe rimettere in gioco una lotta per il titolo apparentemente quasi conclusa, visti i 47 punti di vantaggio sul britannico. Un’esclusione non sarebbe una novità per questa stagione: si è già verificata quella di Magnussen, che ha dovuto saltare il Gran Premio in Azerbaijan.

Verstappen, il rischio squalifica e il duello con Norris

L’attuale vantaggio di 47 punti di Verstappen su Lando Norris, suo diretto avversario per il titolo, potrebbe non essere sufficiente a garantirgli la tranquillità. Con quattro gare e due Sprint Race ancora da disputare, la possibilità che una penalità lo tenga fuori da una corsa potrebbe fare la differenza, mettendo il pilota britannico nelle condizioni di poter, sulla carta, dimezzare (o più) lo svantaggio in una singola gara.

Intanto Norris, con una McLaren che va, oggettivamente, più forte della Red Bull, sta facendo di tutto per mantenere accesa la speranza, anche se non basterebbe nemmeno recuperare, per ogni Gran Premio, 10 punti come accaduto a Città del Messico.

Ma proprio per questo non è solo il rischio di squalifica a minacciare Verstappen, ma anche una Red Bull meno dominante rispetto al passato, ora messa in difficoltà non solo dalla McLaren ma anche dalla Ferrari, tanto che, dati della classifica costruttori alla mano, adesso la Red Bull è solo terza a livello di performance. Probabilmente solo l’abilità di Verstappen è in grado di limitare i danni: basti pensare a come il collega di scuderia Sergio Perez sta chiudendo la stagione.

Ma adesso la tensione si fa critica. L’assenza di vittorie nelle ultime dieci gare evidenzia come la vettura progettata per il 2024 abbia sofferto il peso delle aspettative, portando Verstappen a una gestione aggressiva e spesso contestata dei duelli in pista. Episodi come quelli di Città del Messico hanno infatti dimostrato come l’olandese, messo sotto pressione, non abbia esitato a ricorrere alle maniere forti. Probabilmente in maniera poco saggia, perché senza i 20 secondi di penalità Verstappen avrebbe potuto strappare tranquillamente una quarta posizione, arginando meglio la rimonta di Norris.

Vero è d’altro canto che Verstappen, non aiutato dalla monoposto, probabilmente stia pensando a difendere quei punti di vantaggio in tutti i modi, e l’olandese non sembra escludere la possibilità di mettere fuori causa la monoposto avversaria. Così come era successo nel 2021 nella lotta contro Hamilton, il Verstappen “al limite” riemerge adesso che l’olandese non ha più a disposizione il mezzo più performante. Ora però, con soli 6 punti di penalità a disposizione e lo sguardo dei giudici su di lui, non sembra più un’opzione percorribile.