Dalla passione per il basket alla gloria olimpica nel salto in alto, Gianmarco Tamberi continua a stupire non solo per le sue imprese sportive, ma anche per il carisma con cui affronta le sfide della vita. Presso l’Università di Urbino Carlo Bo, il campione marchigiano ha ricevuto la laurea honoris causa in Scienze dello Sport, un riconoscimento che celebra una carriera contrassegnata dal coraggio di scegliere e dall’abilità di trasformare le difficoltà in opportunità.
Tamberi, una vita di scelte determinanti
Durante la lectio magistralis, tenuta davanti a una platea di studenti e docenti, Tamberi ha ripercorso i momenti chiave della sua carriera. Il primo risale al 2009, quando a soli 17 anni si trovò davanti a un bivio: “Mi sono trovato di fronte al bivio se continuare il mio percorso da cestista, lo sport che amavo con tutto il cuore, o scegliere il salto in alto, la disciplina per cui probabilmente ero nato. Come potete immaginare, se avessi seguito solo la parte emotiva non sarei qui oggi”.
“La seconda scelta invece è stata emotiva”, ha raccontato, ricordando il grave infortunio che nel 2016 gli impedì di partecipare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. “I dottori mi dicevano che forse sarei tornato a correre ma difficilmente a saltare. Fu in quel momento che mi misi in testa di tornare a gareggiare e come obiettivo mi ero prefissato di vincere Tokyo 2020”.
Il 2022 segnò invece la decisione più difficile: abbandonare la guida tecnica del padre, che lo aveva allenato per 13 anni. “Dopo 13 anni che mio padre mi allenava, con tanti problemi relazionali che non starò a discutere qui oggi, ho scelto di cambiare allenatore e di mettermi in gioco. Ho scelto di provare a capire di poter conseguire gli stessi risultati anche con un’altra persona. Uscire dalla comfort zone mi ha permesso di capire chi sono io e quanto di quei risultati dipendevano da me e non solo da chi mi stava accanto”.
Infine, l’ultima prova di coraggio è legata alle recenti Olimpiadi di Parigi, quando, nonostante una colica lo avesse costretto a un ricovero poco prima della gara, Tamberi decise di scendere comunque in pedana. “Molti mi hanno chiesto perché l’ho fatto. L’ho fatto perché serve il coraggio nella vita di affrontare le difficoltà. Bisogna sempre mettersi in gioco senza paura di fallire. Se si ha paura di fallire non si ha la possibilità di raggiungere grandi obiettivi, e quindi non abbiate paura di sbagliare e di fallire, ma mettetevi sempre in gioco”.
Tamberi, obiettivo Los Angeles
Con i 36 anni che avrà nel 2028, anno delle Olimpiadi di Los Angeles, Tamberi non chiude la porta a un’eventuale partecipazione . “Ho fatto i conti sulle probabilità di vincere un altro oro e su cosa significherebbe per me a livello emotivo anche solo provarci”. Nessuna decisione definitiva, ma la consapevolezza che il coraggio e la passione continueranno a guidare le sue scelte. La giornata di ieri ha comunque segnato un traguardo speciale nella vita del campione.
“Ricevere questa laurea è un onore immenso, un giorno che rimarrà unico nella storia della mia vita”, ha dichiarato emozionato. Un ulteriore tassello che conferma Gianmarco Tamberi come esempio di determinazione e ispirazione, dentro e fuori dalla pista.