Da oggi, venerdì 5 gennaio, andrà in onda su Sky Sport il primo appuntamento con la nuova miniserie dedicata alla Lazio di Tommaso Maestrelli dal titolo “Lazio 1974: grande e maledetta”. Una produzione originale realizzata in collaborazione con la società biancoceleste che ha messo a disposizione documenti d’archivio inediti, montati in tre puntate. Per la prima volta sono state ritrovate e restaurate alcune immagini a colori girate all’epoca in video 8, dalla tribuna Tevere, che consentono di rivivere l’impresa di quei campioni non solo in bianco e nero, ma in una straordinaria veste nuova.
Genesi, trionfo, mito e fine di una squadra divisa nello spogliatoio, ma unita e vincente al momento di scendere in campo. Dalla Serie B allo scudetto, passando attraverso le contraddizioni e le morti premature, nel contesto sociale caratterizzato dalla violenza politica degli anni ’70.
GLI EPISODI
LA GRANDEZZA – Il primo episodio ripercorre la favola della Lazio, che dalla Serie B sfiorò uno scudetto nel ‘73, per poi vincerlo una stagione dopo. Un gruppo rissoso e diviso anche al suo interno, tra due fazioni che si scontravano in allenamento, ma tornavano a compattarsi in campionato grazie a un allenatore bonario e psicologo, che propose in Serie A il calcio totale all’olandese, e ad un gruppo di giocatori irripetibili.
PISTOLE E PALLONI – Una squadra stravagante che giocava a calcio e con le pistole, nella Roma violenta degli anni ‘70, alle prese coi contrasti sociali, con l’austerity e con l’imminente referendum sul divorzio. Un gruppo che ha fatto discutere, pienamente immerso nel contesto dell’epoca, ragazzi esuberanti, soprattutto Giorgio Chinaglia, che pagò i rapporti tesi con la tifoseria rivale fino all’addio e all’approdo negli States.
LA MALEDIZIONE – Dopo l’addio di Chinaglia, passato ai Cosmos di New York, la malattia di Maestrelli mina le fondamenta di quella squadra-miracolo, che comincerà a sfaldarsi fino a subire il trauma della tragedia Re Cecconi. Un ragazzo di soli 28 anni, scambiato per un rapinatore, e ucciso in una gioielleria a due passi da casa.
PREZIOSE TESTIMONIANZE
A rendere ancora più speciale il racconto, le preziose testimonianze, più di trenta in tutto, non solo dei protagonisti di quella squadra, ma anche dei tanti testimoni che l’hanno vissuta, ad esempio il capitano non giocatore della prima Coppa Davis, Nicola Pietrangeli, il suo doppista Paolo Bertolucci, il figlio del Presidente della Repubblica Giancarlo Leone, l’attore Francesco Pannofino, allora tifoso e “bibitaro” allo stadio Olimpico, e gli avversari di allora, da Fabio Capello a Oscar Damiani e Ciccio Cordova. E poi i grandi protagonisti, tra i quali Giancarlo Oddi, Luigi Martini, James Wilson (figlio di Pino) e Massimo Maestrelli (figlio dell’allenatore), con un intervento del presidente di oggi, Claudio Lotito.
(Credits: Getty Images)