Jannik Sinner si avvicina al Masters 1000 di Parigi-Bercy con l’obiettivo di infrangere una “maledizione” personale: su questo campo indoor veloce, infatti, il giovane italiano non è mai riuscito a brillare. “È sempre stato un torneo in cui non sono ancora riuscito a trovare il mio miglior tennis,” ha spiegato Sinner, che su questo tabellone vanta soltanto una vittoria, quella contro McDonald nel 2023. Tuttavia, l’esordio per lui non sarà semplice, dato che lo attende uno tra Ben Shelton e un eventuale ripescato.
Sinner a Bercy: il tabellone insidioso
La rinuncia improvvisa di Félix Auger-Aliassime ha rimescolato le carte del tabellone, ma l’insidia rimane alta. “Il sorteggio è stato molto difficile, soprattutto su questi campi dove il servizio conta tanto,” ha affermato Sinner. Chiunque sia il suo primo avversario, la superficie di Parigi resta particolarmente favorevole ai giocatori con un servizio potente.
Proprio contro Shelton, ha già vissuto match complicati: “Giocare contro Ben è sempre difficile” ha ricordato Sinner, che comunque ha battuto l’americano nell’ultimo precedente, a Shangai, in un match non semplice per l’italiano che ha comunque avuto la meglio in due set.
L’eventuale avanzamento significherebbe confrontarsi con altri top player come Zverev o Rublev, fino alla possibilità di una finale stellare contro Alcaraz, un confronto che tutti gli appassionati aspettano: peraltro proprio a Bercy i due si affrontarono per la prima volta. “Un tabellone decisamente molto duro – ha commentato Sinner – soprattutto su questi campi. Qui è difficile affrontare chi serve forte, ma guardiamo giorno dopo giorno. Tutto può accadere. Poi non si sa mai cosa può succedere, il tabellone si può aprire… Intano cerco di prepararmi al meglio per il primo match”.
Sinner dopo Bercy: le prospettive sul finale di stagione
Sinner e il suo team hanno pianificato la stagione in modo da arrivare preparati a questi ultimi appuntamenti. “Abbiamo fatto delle scelte molto buone durante l’anno, cercando di essere pronti anche per questa fase finale,” ha detto. Nonostante l’annata lunga, si sente in ottima forma: “La mia condizione al momento è buona, e fortunatamente non ho giocato tanti tornei, riuscendo comunque ad arrivare lontano in quelli affrontati”.
Per lui, questa preparazione mirata punta a raggiungere le ATP Finals di Torino e la Coppa Davis, che rappresentano l’obiettivo di una stagione di crescita costante: “Penso di star bene fisicamente e anche mentalmente, ma a queste domande risponderà meglio il campo. Ma chiaramente, già da inizio anno, per me l’obiettivo principale è essere a Torino”. Anche se, ammette Sinner, “è stata una stagione lunga. Negli ultimi tornei dell’anno può succedere di tutto: qualche giocatore è più fresco, altri più stanchi”.
Sul tema del coaching, recentemente ammesso in tutti i tornei, Sinner ha mantenuto un approccio distaccato: “Non penso che cambierà molto. In campo siamo sempre soli e, con l’allenatore, ci si capisce già con uno sguardo.” L’intesa con il coach resta una sicurezza, basata su un legame consolidato nel tempo: “Abbiamo già dei collegamenti, e a volte basta guardarlo per capire cosa suggerisce. E poi già adesso si vedono allenatori che ogni tanto danno dei consigli” ha aggiunto.
Dopo le difficoltà incontrate a Bercy nelle stagioni passate, come l’anno scorso in cui dopo il match con McDonald si ritirò in polemica con l’organizzazione, e con le Finals di Torino ormai vicine, Sinner sa che Parigi rappresenta più di una semplice tappa: è l’occasione per dimostrare che, anche sui campi più ostici, ogni sfida può diventare una svolta.
(Photo Credit: Getty Images)